Decreto liste d’attesa, la flat tax sugli straordinari basterà a reperire i fondi necessari?
La legge punta a ridurre le liste d’attesa e propone la detassazione degli straordinari per i medici. Tuttavia, questa misura potrebbe non essere sufficiente per risolvere il problema
di Sofia Rossi
1 Agosto 2024
Tempo di lettura: 5 min
Creare una piattaforma nazionale unica per le liste d’attesa, con un numero verde da cui sarà possibile prenotare le visite, sia in ospedali e ambulatori pubblici che in strutture private convenzionate; impedire la chiusura delle agende ed estendere l’erogazione di prestazioni sanitarie anche il sabato e la domenica. Il testo del Decreto liste d’attesa è stato pubblicato il 31 luglio in Gazzetta Ufficiale ed è entrato in vigore dal 1 agosto. I benefici per gli utenti sembrano essere molto rilevanti.
Da dove arrivano i fondi per le misure previste dal Decreto liste d’attesa?
Dalla comodità di prenotare le prestazioni da un solo numero verde (Centro Unico di Prenotazione), che incrocia per la prima volta le disponibilità di tutte le agende delle strutture sul territorio nazionale in cui è possibile effettuare visite ed esami pagando solamente il ticket, alla possibilità di accedere alle prestazioni anche nel fine settimana, quando per molti utenti è più facile organizzarsi tra famiglia e lavoro. Da dove arrivano però i fondi per tutto questo? Il testo del DL, infatti, non sembra prevedere ulteriori stanziamenti, tranne il recupero di risorse attraverso la detassazione degli straordinari dei medici e la possibilità di attingere a finanziamenti di progetti già definiti. Ne abbiamo parlato con la professoressa Debora Di Gioacchino, docente del corso di Health Economics and Policy presso l’università degli studi di Roma La Sapienza.
Una delle principali problematiche legate alla lunghezza eccessiva delle liste d’attesa per accedere ad esami e prestazioni mediche in regime di servizio sanitario nazionale o privato convenzionato riguarda la carenza di personale. Medici e infermieri, soprattutto nella medicina d’urgenza, lavorano in molti casi sottorganico. Nel decennio precedente la pandemia, il SSN ha visto una riduzione di circa 45 mila unità di personale. Per fronteggiare la pandemia, le politiche di reclutamento hanno invertito la tendenza negativa, portando a un aumento complessivo delle assunzioni di medici e infermieri. Ma l’Italia fa ancora molta fatica a rendere queste professioni attraenti per le nuove generazioni: l’età media dei sanitari è passata da 43 a 51 anni nell’ultimo ventennio. I medici italiani sono i più anziani fra i Paesi membri OCSE [Health at Glance, 2023] e le ragioni sembrano essere legate alle retribuzioni troppo scarse a fronte di carichi di lavoro non pagati adeguatamente se comparati con gli stipendi percepiti dai sanitari degli altri Paesi Europei.
Ai compensi erogati a medici e infermieri per le ore di lavoro straordinario la nuova legge in approvazione promette di applicare una flat tax
Fra le misure forse più interessanti del decreto ce n’è una che punta a convincere il personale sanitario a lavorare di più in cambio di una maggior retribuzione. Nessun aumento di stipendio però: ai compensi erogati a medici e infermieri per le ore di lavoro straordinario la nuova legge in approvazione promette di applicare una flat tax, ovvero la tassazione al 15 per cento. Si punta quindi a convincere il personale ad un lavoro extra che deve supplire alla mancanza di organico in cambio di una convenienza economica.
All’approvazione da parte dell’esecutivo c’è la norma per cui i compensi erogati per lo svolgimento delle prestazioni aggiuntive, quindi le ore svolte in più rispetto al normale orario di lavoro, saranno oggetto di tassazione separata con aliquota ridotta. Un’imposta agevolata, sostitutiva dell’Irpef e delle relative addizionali (esattamente come quella già applicata per i professionisti in regime forfettario che guadagnano un compenso annuo entro gli 85 mila euro, ndr), per un numero di ore che non possono però superare il totale monte ore ordinario in termini quantitativi. Cosa cambierà quindi, rispetto alla situazione attuale, nelle tasche dei professionisti sanitari? Oggi la retribuzione del lavoro straordinario viene calcolata separatamente e varia a seconda della mansione sanitaria svolta dal professionista. La tassazione invece non è separata visto che fiscalmente contribuisce al reddito complessivo e quindi all’imponibile soggetto all’Irpef ordinaria. Le aliquote fiscali stabilite dalla Legge di Bilancio 2022 (art. 1, comma 2, lettera a) variano dal 23% in caso di redditi fino a 15 mila euro fino ad arrivare progressivamente al 43% per i redditi che superano i 50 mila euro.
La misura dovrebbe incentivare ore di lavoro aggiuntive, e non solo rendere più conveniente gli straordinari già fatti
Con l’approvazione alla Camera del nuovo decreto quindi lavorare di più sarà effettivamente più vantaggioso fiscalmente, perché consentirà di pagare dal 5% al 28% in meno di tasse. La convenienza resterà in ogni caso da valutare per tutti i lavoratori il cui stipendio annuale si avvicina al limite superiore di uno scaglione di reddito. Una parte del reddito imponibile potrebbe infatti rientrare nello scaglione successivo, ed essere comunque soggetto a un’aliquota fiscale più elevata. Sarà dunque un incentivo sufficiente a convincere medici e infermieri a lavorare di più?
Agire dal lato dell’offerta significa aumentare la dotazione di macchinari e attrezzature sanitarie e, soprattutto, aumentare il personale sanitario. Questa è la strada che sembra seguire il disegno di legge nell’art. 7 (Imposta sostitutiva sulle prestazioni aggiuntive del personale sanitario), che introduce una agevolazione fiscale sugli straordinari dei dirigenti sanitari e del personale sanitario.
La copertura finanziaria indicata consiste sostanzialmente in spostamenti di voci di bilancio
«Questa misura può essere efficace nell’aumentare l’offerta di ore lavorate se induce effettivamente ore di lavoro aggiuntive, senza rendere solo più convenienti le ore di straordinario già prestate in precedenza. Inoltre, incentiva il lavoro addizionale di una categoria di lavoratori già sovraccaricata e carente di risorse umane. Anche se la misura fosse efficace nell’aumentare l’offerta di ore lavorate, rimane pur sempre una soluzione emergenziale (straordinaria) e non strutturale, poiché non aumenta stabilmente il personale sanitario – ha commentato la professoressa Di Gioacchino –. Gli oneri finanziari previsti per questa misura sono pari a 88 milioni per il 2024, circa 160 milioni per il 2025 e circa 165 milioni a partire dal 2026, mentre per il 2027 la previsione è di 165,5 milioni annui [Ufficio studi del Senato https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/01424565.pdf]. La copertura finanziaria indicata consiste sostanzialmente in spostamenti di voci di bilancio».
Con l’approvazione definitiva di inizio agosto, dovrebbe essere istituita presso Agenas una piattaforma nazionale per le liste d’attesa. La piattaforma in realtà è già in essere ma al momento non tutte le Regioni collaborano all’invio dei dati. Al momento non è chiaro se la nuova norma ne imporrà la partecipazione, ma l’obiettivo dichiarato dal documento uscito dal Senato è proprio quello di disporre per la prima volta di un monitoraggio in tempo reale di tutta la situazione italiana delle liste d’attesa, con i tempi per ciascuna prestazione divisi per Regione.
Anche il Centro Unico di Prenotazione dovrà lavorare in maniera sinergica con le strutture private convenzionate, per offrire all’utente una panoramica reale delle disponibilità, non demandando più all’utente una ricerca singola, struttura per struttura. Anche questo servizio oggi è giù presente in alcune Regioni, la novità prevede che venga reso effettivo su tutto il territorio nazionale. Il Cup avrà anche l’onere di ricontattare gli utenti che hanno prenotato una prestazione, per evitare quello che oggi accade nel 20 per cento dei casi: ovvero che visite ed esami vengano prenotati ma non effettuati. Per i pazienti cronici invece, la novità è che potranno essere direttamente i medici di base a fissare per loro controlli ed esami, senza passare dal Centro Unico di Prenotazione.
La commissione sanità del Senato ha dovuto riscrivere l’articolo 2 del decreto, che introduceva un organismo di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria presso il Ministero della Salute. Le Regioni hanno rivendicato l’autonomia di ogni Asl di poter effettuare i controlli sulla corretta gestione delle liste d’attesa, senza la possibilità per il Ministero della Salute di sanzionare i singoli ospedali che offrono prestazioni oltre i limiti di attesa consentiti. Tutto, insomma, resta in capo alle Regioni.
decreto liste di attesa, il DL n. 73 del 7 giugno 2024.
Flat tax del 15% per gli infermieri nel 2024: vediamoci chiaro
Raffaele Amodio UIL FPL ASLNA3SUD
Con il decreto legge n. 73/2024 è stata introdotta un’imposta sostitutiva agevolata per il personale della sanità, applicata ai compensi relativi agli straordinari effettuati.
Le istruzioni specifiche per il pagamento delle somme da parte dei sostituti d’imposta sono state fornite dall’Agenzia delle Entrate con la risoluzione n. 36/E del 22 luglio.
Un’analisi delle istruzioni e delle regole per l’applicazione della flat tax agevolata.
Flat tax medici e infermieri: come funziona la tassa del 15 per cento sugli straordinari. Ai compensi erogati a medici e infermieri per le ore di lavoro straordinario sarà applicata la flat tax al 15 per cento.
È quanto previsto dal decreto liste di attesa, il DL n. 73 del 7 giugno 2024.
A disciplinare la tassazione agevolata è in particolare l’articolo 7 del decreto legge, che individua come beneficiari dell’imposta sostitutiva i dirigenti sanitari e il personale sanitario del comparto, in relazione ai compensi erogati per le prestazioni di lavoro straordinario a decorrere dal 7 giugno, data di entrata in vigore del DL n. 73.
L’applicazione dell’imposta agevolata, sostitutiva dell’IRPEF e delle relative addizionali, ha l’obiettivo di incentivare i professionisti a lavorare di più, per far fronte alla carenza di personale, anche con il fine di ridurre le liste d’attesa.
La flat tax del 15 per cento sostituirà l’IRPEF, così come le addizionali comunali e regionali, sulla falsa riga di quanto previsto per le partite IVA che applicano il regime forfettario.
Tale regime, introdotto dalla Legge di Bilancio 2015, prevede il versamento di un’imposta sostitutiva all’IRPEF per i soggetti fiscali che registrano ricavi o compensi annui fino a 85.000 euro.
Il modello di tassazione agevolata prevede un’unica aliquota in sostituzione della tassazione IRPEF per aliquote e scaglioni.
Flat tax medici e infermieri: come si paga l’imposta agevolata sugli straordinari. Istruzioni e codici tributo. Sarà il sostituto d’imposta, e quindi il datore di lavoro, ad applicare l’imposta sostitutiva sui compensi derivanti da prestazioni straordinarie, secondo le istruzioni operative fornite dall’Agenzia delle Entrate con la risoluzione n. 36/E del 22 luglio 2024.
Il versamento della flat tax applicata sui compensi da straordinario dovrà essere effettuato tramite il modello F24, utilizzando i seguenti codici tributo:
“1068” denominato “Imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali regionali e comunali sulle prestazioni aggiuntive del personale sanitario – Sostituto di imposta – articolo 7, commi 1 e 2, del Decreto-legge 7 giugno 2024, n. 73”;
“1607” denominato “Imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali regionali e comunali sulle prestazioni aggiuntive del personale sanitario maturata in Sicilia e versata fuori regione – Sostituto di imposta – articolo 7, commi 1 e 2, del Decreto-legge 7 giugno 2024, n. 73”;
“1922” denominato “Imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali regionali e comunali sulle prestazioni aggiuntive del personale sanitario maturata in Sardegna e versata fuori regione – Sostituto di imposta – articolo 7, commi 1 e 2, del Decreto-legge 7 giugno 2024, n. 73”;
“1923” denominato “Imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali regionali e comunali sulle prestazioni aggiuntive del personale sanitario maturata in Valle d’Aosta e versata fuori regione – Sostituto di imposta – articolo 7, commi 1 e 2, del Decreto-legge 7 giugno 2024, n. 73”;
“1308” denominato “Imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali regionali e comunali sulle prestazioni aggiuntive del personale sanitario versata in Sicilia, Sardegna e Valle d’Aosta e maturata fuori dalla regione in cui è effettuato il versamento – Sostituto di imposta – articolo 7, commi 1 e 2, del Decreto-legge 7 giugno 2024, n. 73”.
In sede di compilazione del modello F24, tali codici tributo sono esposti nella sezione “Erario”, esclusivamente in corrispondenza delle somme indicate nella colonna “Importi a debito versati”, con indicazione, quale “Mese di riferimento” del mese in cui il sostituto d’imposta effettua la trattenuta (00MM) e quale “Anno di riferimento” l’anno d’imposta cui si riferisce il versamento (AAAA).
Per i sostituti d’imposta tenuti a utilizzare il modello F24 Enti pubblici (F24 EP), i codici tributo da utilizzare sono i seguenti:
“171E” denominato “Imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali regionali e comunali sulle prestazioni aggiuntive del personale sanitario – Sostituto di imposta – articolo 7, commi 1 e 2, del Decreto-legge 7 giugno 2024, n. 73”;
“172E” denominato “Imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali regionali e comunali sulle prestazioni aggiuntive del personale sanitario maturata in Valle d’Aosta e versata fuori regione – Sostituto di imposta – articolo 7, commi 1 e 2, del Decreto-legge 7 giugno 2024, n. 73”;
“173E” denominato “Imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali regionali e comunali sulle prestazioni aggiuntive del personale sanitario versata in Valle d’Aosta e maturata fuori dalla regione – Sostituto di imposta – articolo 7, commi 1 e 2, del Decreto-legge 7 giugno 2024, n. 73”.
In tal caso, i codici tributo dovranno essere esporti nella sezione “Erario” (valore F), esclusivamente in corrispondenza delle somme indicate nella colonna “importi a debito versati”, con indicazione nel campo “riferimento A” e nel campo “riferimento B”, del mese in cui il sostituto d’imposta effettua la trattenuta e dell’anno d’imposta cui si riferisce il versamento, rispettivamente nel formato “00MM” e “AAAA”. I campi “codice” ed “estremi identificativi” non devono essere valorizzati.
Raffaele Amodio UIL FPL ASLNA3SUD
Ma a beneficiare di aumenti “estivi” sono i dipendenti del comparto della Sanità.
Stipendi dei dipendenti statali: arrivano gli aumenti. Ecco come cambiano le buste paga, incluse quelle degli infermieri
RAFFAELE AMODIO MUIL FPL ASLNA3SUD
Il termine tecnico utilizzato è “specificità”. La sostanza sono più soldi in busta paga a fine mese.
A riceverli, sempre più spesso e fuori dalla contrattazione con i sindacati, sono alcune categorie di dipendenti pubblici che vengono considerate maggiormente meritevoli per le situazioni di disagio in cui si trovano a lavorare.
Già nella legge di Bilancio dello scorso anno il governo aveva aumentato l’indennità “specifica” per gli infermieri di fatto raddoppiandola da 100 a 200 euro al mese.
Con il decreto di giugno sullo smaltimento delle liste di attesa, è stata anche introdotta una “flat tax” del 15 per cento sugli straordinari di medici e infermieri.
A fine luglio l’Agenzia delle Entrate ha diffuso una circolare operativa che permette di beneficiare immediatamente dell’agevolazione fiscale.
Si tratta di misure attraverso le quali il governo sta provando a tamponare le difficoltà in cui versano alcuni comparti della Pubblica amministrazione. Il caso degli infermieri è il più noto ed eclatante. Secondo la Corte dei Conti sono troppo pochi, ne mancano all’appello almeno 65 mila, e trovarli è molto difficile tanto che diverse Regioni si stanno rivolgendo all’estero, da Cuba all’India.